GRANDI ALBERI E BOSCHI PREGEVOLI DEL NOSTRO TERRITORIO

Pro Natura Terni

luglio 2010

“E in questo nuovo equilibrio altri dopo di noi selezioneranno gli alberi monumentali”.Così si esprimeva un giornalista, amico del Corpo Forestale dello Stato, F. Fazzuoli, che, tra gli altri, era stato invitato a lasciare una dedica sulla pubblicazione “Gli alberi monumentali d’Italia” (Ed. Abate – a cura del C.F.S.).Voleva significare che dopo le deforestazioni che, via via, si andavano perpetrando per le esigenze agricole sul territorio, successivamente nei diversi periodi storici l’uomo, per necessità o sensibilità, riavviava l’insediamento degli alberi. Poi di nuovo li eliminava e poi ancora li poneva a dimora adottando nuovi principi: dall’agricoltura parcellizzata ai parchi e giardini e persino ai boschi (vedi i poderosi rimboschimenti del Corpo Forestale su tutto il territorio nazionale).Il mondo intero ha avuto questo andamento. Soltanto laddove “l’homo economicus” non era costretto dalle necessità di sopravvivenza o stretto dal vincolo costi – ricavi, ha potuto lasciare o ricostruire l’opera miracolosa della natura.Ebbene il nostro territorio si può catalogare tra quelli fortemente antropizzati e quindi trasformati, anche più volte, dal consesso umano che ivi si è alternato. Non possiamo annoverare certo nel nostro patrimonio verde i patriarchi della California, veri monumenti giganteschi della natura, le sequoie di 4000 anni di età e di oltre 100 mt. di altezza né tanto meno gli eucalipti australiani con gli oltre 140 metri di altezza.Non possiamo neppure vantare la presenza del “Castagno dei cento cavalli”, di Catania, con i suoi 22 mt. di circonferenza, o il “Pino di Garibaldi”, dell’Aspromonte, o il “Faggio di San Francesco”, in Rieti.Questa opera editoriale, pur rappresentativa di più modesti protagonisti, ma così realizzata con la sensibilità, la competenza e l’amore per la terra natia che contraddistingue l’autore, credo che vada interpretata come un semplice riferimento a quell’insostituibile patrimonio ambientale e culturale, del quale dobbiamo renderci degni, che è l’albero.L’albero, singolo o associato, che nel tempo può anche ammantarsi di valori storici o religiosi, oggi più che mai deve essere valorizzato nella sua primaria (nel senso di prioritaria rispetto alle altre) funzione di captatore del biossido di carbonio, la nota CO2, responsabile “dell’effetto serra”; perciò elemento essenziale al mantenimento della vita sul pianeta.Ben venga quindi un’opera divulgativa, peraltro di pregevole fattura, sia pure nei limiti ad essa imposti dai riferimenti territoriali, e dai contenuti di eccellenza che oltre ai valori spirituali indirizza molto più semplicemente, ma anche più efficacemente, a far emergere quella sensibilità ambientale che alberga nei nostri conterranei e che attende di essere espressa. (Prefazione del Comandante Provinciale del corpo Forestale dello Stato, Dott. Flavio Renzi)La pazienza e la sensibilità botanica del consigliere Michelangelo Nitti – a cui vanno il nostro riconoscimento e la nostra riconoscenza – ha permesso a Pro Natura Terni di
pubblicare il presente volume fotografico che offriremo, in primo luogo, alle scuole della nostra città e del suo territorio.

(Premessa del Presidente dell’Associazione Pro Natura Terni, Dott. Flavio Frontini)